L’astrolabio
Federico II conservava un oggetto riccamente decorato e da lui ritenuto tra le cose più care. Questo oggetto era un disco metallico dorato contenente numeri e disegni impressi in modo tale da apparire agli occhi di molti come qualcosa di misterioso. Esso era l’astrolabio, uno strumento fondamentale per colui che osservava il cielo, uno strumento per individuare la posizione degli astri rispetto alla terra, caratterizzato da un sistema di dischi dove venivano indicate le posizioni delle stelle, uno strumento che rappresentava in modo esatto il moto quotidiano della volta celeste.
L’uomo svolgeva le sue attività con la luce del giorno e quindi si regolava con i tempi dell’alba e del tramonto. Anche la luna era importante, ma non per la luce che diffonde di notte, bensì per le sue fasi sulle quali furono impostati i primi calendari. Le fasi lunari si ripetono ogni 29 giorni e mezzo e questo periodo è conosciuto come mese lunare. Con i calendari precisi, gli astronomi furono in grado di registrare in modo attendibile eventi quali apparizione di comete, eclissi, ma non essendoci ancora una spiegazione a certi avvenimenti ed essendo sconosciuta la natura dei corpi celesti, nacquero diversi miti e leggende. Molti popoli pensavano che nel cielo si potessero leggere gli eventi futuri della terra e questa convinzione divenne la base di una falsa scienza, l’astrologia, che per molti secoli fu confusa con l’astronomia.
Nel medioevo si perfezionò la tecnica di osservazione e gli astronomi arabi ebbero il merito di mantenere vivo l’interesse per la scienza e di assimilare le idee dei greci. Erano osservatori pazienti e precisi, abili calcolatori presenti in gran numero alla corte di Federico II. L’astronomia fu la loro scienza preferita e venne utilizzata nella formazione del calendario con le date di festa, digiuno, per precisare ai fedeli l’esatta direzione della Mecca, per predire il futuro. Zenit, Nadir e Almanacco furono nomi che ancor oggi fanno parte del linguaggio astronomico. L’osservatorio di Bagdad dotato di apparecchi migliori di quelli usati dai greci e il sistema tolemaico caratterizzarono l’astronomia del XIII secolo.
Il filosofo Tolomeo aveva sostenuto che i pianeti si muovessero intorno a piccole orbite intorno alla terra e che la terra fosse al centro e il sole le girasse intorno e ciò venne ritenuto vero dalla maggior parte degli astronomi fino al 1500 e questo fino a quando Copernico non scoprì che fossero i pianeti a ruotare intorno al sole. Fu sotto questo clima che sorse Castel del Monte, anch’esso orientato secondo gli astri, secondo precise direttive di vari astronomi che riempivano la corte dell’imperatore.
A Castel del Monte, infatti, durante l’equinozio di autunno a mezzogiorno le mura proiettano a terra un ombra lunga quanto la lunghezza del cortile del castello, il mese dopo, l’ombra raggiunge la lunghezza delle sale ed infine durante il periodo del sagittario l’ombra raggiunge la circonferenza ideale nella quale è inscritto il castello. Anche per quel che riguarda il cortile, dove è presente l’unico neo della costruzione dando vita alla leggenda che vuole che nella sua vasca si svenò l’architetto di Castel del Monte, guardando verso l’alto l’ottagono in esso racchiuso che si forma in cielo non è un ottagono regolare, sì perché come sostenuto da studiosi del castello, tale irregolarità fu voluta e calcolata al momento della costruzione per rappresentare allegoricamente la terra al centro, con il sole che le gira intorno, come sosteneva Tolomeo.
Inoltre, impressa nella pietra una mappa degli astri del XIII? Ancora un altro elemento cosmico ci viene dato, poi, da un altro misterioso fenomeno che avviene nel cortile due volte l’anno. Infatti dalla stanza terminale del percorso del primo piano rivolta a sud est, due volte l’anno un raggio di sole attraversa sia la finestra della facciata esterna, sia la porta finestra che si affaccia sul cortile andando ad illuminare un rettangolo scolpito sulla parete nord-ovest della facciata del cortile interno, nel punto dove un tempo era scolpito un bassorilievo. Tale fenomeno avviene l’otto aprile e l’otto ottobre che nel calendario Giuliano, quello usato all’epoca, era l’ottavo mese dell’anno.
Molti monumenti dell’antichità si possono ritenere di certo disposti secondo precisi riferimenti ad astri. Dalle piramidi al più noto monumento megalitico (grandi pietre) dell’Europa Stonehenge. Tale monumento, calendario di pietre, osservatorio caratterizzato da massi giganteschi con buche scavate in cerchio nel terreno, ad esempio, può essere servito per controllare il sorgere del sole e della luna nelle varie stagioni. Insomma diverse antiche strutture allineate con le direzioni degli astri come quella di Castel del Monte : Osservatorio? Calendario? Orologio? Come luogo dove leggere gli astri con i numerosi arabi che erano presenti alla corte dell’imperatore? Dimora dove il tempo veniva razionalizzato in orologi per sottrarlo a quello religioso del suono delle campane?
Federico II, a proposito, ebbe come dono dal sultano di Damasco un orologio astronomico che attraverso la riproduzione del moto del sole e della luna indicava con precisione infallibile le ore del giorno e della notte. Accanto a ciò è da considerare anche l’impianto idraulico in Castel del Monte fatto da un sistema di cinque cisterne collocate sui terrazzi che venivano riempite dalle piogge le quali assicuravano un continuo scorrere di acqua sino a defluire nell’ampia cisterna collocata sotto il cortile, in quel punto del cortile dove un tempo vi era un’ampia vasca ottagonale. L’ingegnoso impianto idraulico che convogliava un’eccessiva quantità di acqua serviva a qualcosa di diverso? Forse al movimento di automi e di orologi all’interno del cortile stesso? È vero, Federico II dedicava un’attenta pulizia al suo corpo come testimoniano fonti dell’epoca e come indicavano trattati per la cura del corpo dedicati all’Imperatore, il quale peccava esaltando il suo corpo con la cura dell’acqua in un’epoca dove vi era la mortificazione della carne, ma tutto questo è elemento dissonante se si tiene conto dell’eccessiva quantità d’acqua di cui si è parlato. Allora? Allora in Castel del Monte, nel suo cortile veniva riprodotta l’allegoria del Paradiso, con alberi dorati, con automi idraulici, uccelli meccanici impiegati come ornamenti di fontane, dove oltre alle delizie venivano letti gli astri per interpretare le vicende degli uomini, dove veniva riprodotta nella sua costruzione una mappa celeste del misterioso XIII secolo.